LA CONGIURA DEI LOQUACI

Stamattina sempre insieme a Ben, scendevo la strada che dell’argine, dirige verso l’ottagono. Improvvisamente notai che le mura di pietre antiche che delimitano i confini della casona del bisnonno, in un punto erano state sfondate per alcuni metri. . Mi chiedevo chi fossero stati gli assaltatori, e che cosa fosse successo da turbare la propensione innata del bisnonno alla lettura e alle sieste. Chi poteva odiare, più o meno necessariamente, quella pietra antica? Qualcuno umiliato dalla sua bellezza? Non passò molto tempo da quelle riflessioni e il bisnonno arrivò col suo caddy. La prima domanda che gli feci era relativa a quella breccia. Il bisnonno sembrò non capire di cosa stessi parlando e sebbene la qualità che io amo di più in lui è l’occhio di falco, più ancora del suo spirito e della sua resistenza fisica alle avversità, dovevo rassegnarmi a credere che veramente non aveva visto nulla di ciò che era successo alle mura di sua proprietà. Cercai di mostrargli il poco comprensibile scatto che avevo fatto col cellulare di quella breccia. Fu un pugno nello stomaco per il bisnonno osservare quella foto. Per un attimo il bisnonno soprannominato da alcuni …”di Cavour” restò muto e poi rievocò una specie di discorso che il Camillo Benso fece nel 1861 subito dopo l’unità d’Italia e 9 anni prima della breccia di Porta Pia. Il Conte di allora disse “finchè la questione della capitale non sarà definita, vi sarà sempre motivo di dispareri fra le varie parti d’Italia”. Il bisnonno detto “di Cavour” accusava anche lui dispareri all’interno di casa sua, su questioni di capitale importanza. Il bisnonno di Cavour in caddy tuttavia si domandava perchè nessuno gli avesse detto niente della breccia nella sua Porta, e qualsiasi fosse stata la risposta questo fatto per lui restava una spina nel fianco. Il bisnonno, ritirò il quotidiano che gli porsi senza scendere dal suo caddy, fece dietro front e per tutta la mattina non fu più avvistato. Anche Jean Valijean stamattina si diede alla macchia, vestito con la immancabile camicia rossa da Garibaldino, sfruttando un passaggio di fortuna in direzione Porta Cerese per Mantova.

Ciao Amici!

Lascia un commento