LE ULTIME ORE DI POVERTÀ DI JEAN VALIJEAN

Jean è raggiante e il sole lo accompagna. Ha deciso di adottare a figlia, Asia la lupa. Ha da poco condiviso con lei una fetta di pancetta tesa al forno. Di solito le porta da mangiare di tutto, così, per il piacere di condividere il cibo con qualcuno. Lei lo aspetta scodinzolante. Ho appreso solo ieri dalla tutrice patrimoniale di Jean che a partire dal giorno 25 giugno gli è stata riconosciuta ed accreditata sul conto la reversibilità della pensione della sua fu mamma. 507 euro, che sommati ai 300 del suo sussidio di invalidità possono garantire a Jean un po’ di sollievo. Chiesi a Jean perchè non mi avesse detto nulla di questa bella notizia e lui fece finta di essersene scordato. Il motivo di questa smemoratezza di sicuro stava nel fatto che se Jean me l’avesse detto avrebbe avuto meno coraggio nel chiedermi i soliti 10 euro in prestito oggi. Resta che il prestito dei 10 euro Jean stamattina me lo chiese lo stesso. Mentre gli elargivo il prestito gli ricordai di essere consapevole che sarebbe stata l’ultima volta che glielo facevo, perchè alla luce della nuova pensione doveva rinegoziare il suo budget settimanale. Jean sulle prime rimase perplesso e timoroso di sottoscrivere il nuovo patto con me per cui sarebbe stato l’ultimo prestito. O così o niente! Gli ribadii. Quindi decise di farsi andar bene la mia proposta. Chissà come andrà a finire tra me e lui la storia dei prestiti da 10 euro del fine settimana restituibili il lunedì. Nei film western sono sempre i buoni a vincere nei duelli alla pistola contro i cattivi, chissà perchè. Se lo pseudo duello tra me e Jean avesse lo stesso epilogo non mi resterebbe nessuna speranza.

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SIC TRANSIT GLORIA MUNDI

Il guerrafondaio è riuscito a perdere 20 chili in 6 mesi con una dieta misteriosa che ha incuriosito parecchio il berlusconiano. Lo ha incuriosito al punto di confessergli di essere disposto ad incontrare a tu per tu la guru del guerrafondaio per essere così iniziato ai segreti dello stupefacente dimagrimento. Ad ogni costo economico. O quasi. Dopodichè la moglie del berlusconiano che voleva essere presente all’incontro con la guru, una volta ascoltata l’imbonitrice riuscì a disincantare il marito sulla facilità dell’impresa e a metterlo sull’attenti per via dei costi. E così il berlusconiano si ritrovò ancora una volta solo con la sua pancia. Per non sentirsi più a disagio, in questi tempi di prova costume, il berlusconiano ha deciso di dire a tutti che ce la farà da solo a dimagrire perchè basta la buona volontà. Stamattina intanto, per cambiare l’alimentazione dell’informazione il berlusconiano ha eccezionalmente acquistato la Repubblica. Quasi più nessuno compera la Repubblica. Il berlusconiano non disse niente ma io sapevo che l’unico motivo per cui aveva fatto quella scelta era quello di poter leggere il pensiero di Gianni Mura relativamente al mondiale di calcio e alla Germania che ne esce con le pive nel sacco. Tuttavia su Repubblica non c’era di certo nessun articolo che prendesse in considerazione il fatto che Deutsche Bank, la più grande banca d’Europa, i cui asset totali valgono il 45% del Pil tedesco, ha un’assurda esposizione in derivati, e ieri ha raggiunto il suo record negativo in Borsa venendo scambiata a 8, 76 euro per azione per poi chiudere poco sopra i 9 euro, cioè il 40% abbondante in meno di quanto quotasse ad inizio anno e quasi il 90 % in meno rispetto al picco pre-crisi… quando viaggiava attorno agli 80 euro. Su Repubblica al massimo c’e scritto che gli sfracelli dei mercati internazionali è l’attuale governo Italiano a determinarli. Auguri!

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OTTAGONO CONFIDENTIAL

Il bisnonno è ancora sbigottito dalla breccia nel suo antico muro. Qualche riferimento al motivo della possibile distruzione del suo muro gli venne in mente tanto che telefonò alla sua callista colpevolizzando il fratello della stessa per aver scosso eccessivamente la terra durante l’attività rurale. Il fratello della callista infatti aveva in quei giorni finito di imballare l’erba medica per i suoi cavalli. E comunque il bisnonno lanciava un J’accuse pregresso, cioè a quando i cingolati arrivarono ad arare il terreno in confine con il suo muro antico e lo fecero senza mantenersi a prudente distanza da esso, compromettendo così la stabilità del muro ormai crollato. Il bisnonno propose alla intermediaria callista un’idea di accordo tra lui ed il fratello caballero, ovvero tra persone civili, per cui il bisnonno avrebbe potuto godersi ancora della vista del suo muretto e il caballero di piantare erba medica in quell’area di pochi ettari. Secondo il bisnonno sarebbe bastato un atto di responsabilità da parte del caballero ed andando tramite l’assicurazione si sarebbe risolta ogni cosa. Pare invece che il caballero non ne volesse sapere di quella responsabilità ed il bisnonno che aveva già contattato i muratori dovette fermare i lavori a seguito di queste scaramucce. Il bisnonno avrebbe voluto interpellare l’Alto commissario delle Acque e delle Foreste e delle terre tutte, una specie nuova di ministero che ha la responsabilità di tutelare anche i muretti antichi dei bisnonni. Avrebbe per l’occasione stilato una lista di tutte le piante e degli animali che vivevano all’interno delle mura di casa sua, ora non più protette. Io oltre ad ascoltare il suo cruccio avrei potuto proporgli di scrivere una petizione a sostegno delle sue tesi e farla girare tra gli abitanti della bassa, quindi grazie all’amico Loranz esperto di informatica, metterla in rete. Ma al momento la proposta non la feci. Anche perchè qualcuno avrebbe potuto dirmi di non immischiarmi negli affari altrui. Una denuncia così grave con relativa petizione andava circostanziata e se il bisnonno accusatore si fosse sbagliato e le accuse fossero infondate, in un paesello frontaliero come il nostro ci saremmo dovuti aspettare feroci oppositori.

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MARAMAO PERCHÈ SEI MORTO

Jean Valijean quest’anno ha perso la voglia di andare al Movida. Me lo confida stamattina. La sinistra oggi ha perso la sfida ai ballottaggi, anche nella sua roccaforte, la Toscana. Il Movida a Jean fa venir in mente la sua mamma, le estati scorse e quando faceva ancora la bella vita. La Toscana al cazzaro fa venire in mente il monte dei pascoli e quando lui insieme agli amici facevano ancora la bella vita. Jean non possedeva un bel niente anche le scorse estati, ma faceva tutto, e molte cose le faceva in funzione di lei, la sua mamma. Il cazzaro non aveva un’idea politica che fosse davvero sua anche le scorse estati, ma faceva tutto, per conto dei suoi padroni. Jean lo faceva per esorcizzarne la sua perdita, o quanto meno la perdita di ciò che della sua mamma restava, nella memoria ferita. Il cazzaro faceva il cazzaro per esorcizzare la sua sconfitta personale di statista nonchè la distruzione di un grande partito. Anche se quando ancora c’era, della sua mamma Jean si stancava subito. Anche se quando il cazzaro ancora c’era e parlava boriosamente ai suoi, di lui si stancavano tutti subito. Jean improvvisamente ricorda di avere avuto una gatta che sua mamma chiamava Picinina e parlando di quella gatta formulò la tesi per cui le gatte ad una certa età entrano in menopausa. Invece non era vero, le gatte non vanno in menopausa. Ricorderemo il cazzaro piccino ed accolto con giudizi alternanti nella prima ora della sua apparizione, un po’ meno alternanti i giudizi delle ultime ore.

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LA BANDA NELLA PIAZZA DEL RISORGIMENTO

La nostra maestra forse ci parlò troppo degli uomini primitivi, degli antichi egizi e dell’impero romano. Troppo poco invece del risorgimento. E su Garibaldi si tessevano strane storie, vere e false, come del resto è tipico della fantasia umana, che è in grado di abbracciare le propagande di tutto il pianeta. Ho capito che chi ha interesse a vendere menzogne non sono di certo i poveri, perchè i poveri non hanno quasi niente da difendere. E le idee il povero più che mai le interiorizza per appartenenza. Per il povero l’appartenenza vuol dire vita e cambiare idea quindi vuol dire morire. E il povero raramente ha un’alternativa all’essere povero se non la morte. E così la maestra quando ci parlò un poco dell’impresa dei 1000 avviò uno slideshow nella nostra mente di poveri che immaginammo quegli intrepidi coordinati da Garibaldi e Mazzini che si battevano per raggiungere la meta dell’Italia unita, con causa e senza effetti. Erano dei populisti anche i garibaldini, di sicuro! Aldo mi ha detto che quando era bimbetto a Quistello abitava ancora un Garibaldino. Era già molto vecchio in quel tempo. Probabilmente non era uno di quelli che partirono da Quarto per l’impresa dei 1000, ma uno che si arruolò per le successive altre imprese. Aldo si ricorda di costui durante una manifestazione popolare in cui il vecchio vestiva la camicia rossa ed il relativo fazzoletto al collo. Tutti a Quistello dicevano…..quello è un Garibaldino! Ed Aldo più si avvicinava a lui e più aveva il cuore in gola. Da noi a vestirsi con la camicia rossa resta solo e sempre il buon Jean Valijean.

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LA CONGIURA DEI LOQUACI

Stamattina sempre insieme a Ben, scendevo la strada che dell’argine, dirige verso l’ottagono. Improvvisamente notai che le mura di pietre antiche che delimitano i confini della casona del bisnonno, in un punto erano state sfondate per alcuni metri. . Mi chiedevo chi fossero stati gli assaltatori, e che cosa fosse successo da turbare la propensione innata del bisnonno alla lettura e alle sieste. Chi poteva odiare, più o meno necessariamente, quella pietra antica? Qualcuno umiliato dalla sua bellezza? Non passò molto tempo da quelle riflessioni e il bisnonno arrivò col suo caddy. La prima domanda che gli feci era relativa a quella breccia. Il bisnonno sembrò non capire di cosa stessi parlando e sebbene la qualità che io amo di più in lui è l’occhio di falco, più ancora del suo spirito e della sua resistenza fisica alle avversità, dovevo rassegnarmi a credere che veramente non aveva visto nulla di ciò che era successo alle mura di sua proprietà. Cercai di mostrargli il poco comprensibile scatto che avevo fatto col cellulare di quella breccia. Fu un pugno nello stomaco per il bisnonno osservare quella foto. Per un attimo il bisnonno soprannominato da alcuni …”di Cavour” restò muto e poi rievocò una specie di discorso che il Camillo Benso fece nel 1861 subito dopo l’unità d’Italia e 9 anni prima della breccia di Porta Pia. Il Conte di allora disse “finchè la questione della capitale non sarà definita, vi sarà sempre motivo di dispareri fra le varie parti d’Italia”. Il bisnonno detto “di Cavour” accusava anche lui dispareri all’interno di casa sua, su questioni di capitale importanza. Il bisnonno di Cavour in caddy tuttavia si domandava perchè nessuno gli avesse detto niente della breccia nella sua Porta, e qualsiasi fosse stata la risposta questo fatto per lui restava una spina nel fianco. Il bisnonno, ritirò il quotidiano che gli porsi senza scendere dal suo caddy, fece dietro front e per tutta la mattina non fu più avvistato. Anche Jean Valijean stamattina si diede alla macchia, vestito con la immancabile camicia rossa da Garibaldino, sfruttando un passaggio di fortuna in direzione Porta Cerese per Mantova.

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TRA DON CHISCHOTTE E SANCHO PANZA

La lega dei comunisti nasce dall’incontro tra Friedrich Engels e Karl Schapper nel 1847. I principi teorici della Lega dei comunisti scritti sulla propria bandiera, formano oggi il più forte vincolo internazionale di tutto il movimento proletario d’Europa e d’America. Jean Valijean dopo essersi andato a comprare, una nuova medicina a base di acido valproico e sodio valproato meditò che così non poteva continuare. Ogni giorno che passava lo costringevano a prendere nuove medicine e lui ormai da tempo si era allontanato dalla fede cieca in quel sistema di rimedi farmacologi. Jean minacciava che un giorno o l’altro avrebbe piantato tutto, baracca e burattini per fare il nomade. Quando stamattina Jean lesse sui giornali che Salvini proponeva il censimento dei nomadi si dimenticò improvvisamente di due cose e disse Bravo Salvini, hai ragione!. La prima cosa che Jean dimenticò è quella di aver votato per il PD alle ultime elezioni, e la seconda di aver desiderato vivere da zingaro. A questo punto solo gli ingenui potrebbero domandarsi come alcuni comunisti di ieri o i PD di oggi fossero diventati dei convinti Salviniani. La risposta anche stavolta resta molto semplice: non erano mai stati comunisti. Jean raccontò che ai tempi di quando era ragazzetto c’era una carovana di zingari a Sermide e questi gli fecero un torto. Lui si era curiosamente avvicinato alla carovana da dove ne uscì una zingara che diceva aiutami, bambino, aiutatami, che Dio ti dia la salute…..che Dio ti protegga, che protegga i tuoi cari…… Il nostro Jean Valijean a quel punto si spaventò. Probabilmente non deponeva benissimo il viso della zingara agli occhi di Jean ragazzino. Un viso che doveva sembrargli il logo del visto di Schengen, un globo stilizzato e scorciato al Polo Nord e al Polo sud dai cui contorni denticolati si estendono dei raggi con alcuni cerchietti concentrici. Jean disse, alla zingara che cercava di invitarlo, che non aveva niente da darle e la zingara per tutta risposta lo sporcò con qualcosa di non ben identificato. Questo dal racconto che Jean mi fece. Per Jean fu un affronto che non avrebbe mai dimenticato. Jean che non aveva mai fatto dispetti a nessuno finì per trovarsi nella via di mezzo tra don Chischotte (il cavaliere dell’ideale) e Sancho Panza ( l’opportunista) per non far torto alla vita.

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CADERE IN PIEDI SALVA LA VITA

Arrivò un elicottero, qualche giorno fa a Sermide, era l’eliambulanza. Poche ore dopo si seppe attraverso gli adepti di Facebook che “un noto personaggio di Sermide era caduto dall’altezza di 4 metri”. E il giorno dopo si scoprì che si trattava del fratello di Dino il dinosauro. Qualcuno sosteneva che si fosse lanciato dalla finestra di casa, altri dicevano che era stato suo fratello, Dino il dinosauro, a spingerlo giù dalla finestra. Il fratello di Dino il dinosauro è un tipo molto suscettibile e scorbutico, Le emozioni negative che doveva aver accumulato durante tutta la sua vita erano sostenute da una continua ruminazione mentale di odio vendetta e rabbia contro il prossimo, un po’ come quelle di Jean Valijean contro i preti, tanto da incidere sfavorevolmente sulla sua salute mentale e compromettendo il supporto sociale, e il funzionamento interpersonale delle relazioni umane. Dopo un venerdì come sempre un po’ convulso, in serata io e Ben incontrammo Dino il dinosauro in bicicletta, che al nostro saluto si fermò e raccontò di suo fratello. Giurò di non essere stato lui a lanciarlo dalla finestra. Il fato volle che i due fratelli si fossero chiusi fuori di casa ed il fratello di Dino il dinosauro pensò bene di arrampicarsi come spiderman lungo il pluviale per raggiungere la finestra di casa al secondo piano. Qualcosa però non andò per il verso giusto, perchè se tutto fosse andato per il verso giusto il fratello di Dino il dinosauro non sarebbe finito per cadera da 4 metri in mezzo al cortile con un pezzo di pluviale in mano e non avrebbe corso il rischio di finire al creatore, anche se la prognosi è ancora riservata, e non sarebbe stato salvato dall’eliambulanza che l’ha tradotto all’ospedale di Borgo Trento. Non sarebbe stato ad un passo da sfracassarsi la testa, non avrebbe cercato di continuare a respirare ed imprecare, forse non avrebbe mai fatto un giro in elicottero. Dino il dinosauro si diceva un po’ preoccupato per le sorti del fratello anche se era sicuro che all’ospedale di Borgo Trento sarebbero riusciti ad aggiustargli le gambe perfettamente o quasi. Dino il dinosauro mi consigliò di far analizzare la mia gamba maldestra da quelle parti, che non si poteva mai sapere, magari la riaggiustavano anche la mia. Ed io ho detto di sì, che forse aveva ragione. Dino il dinosauro disse che suo fratello era si suo fratello, anche se i due non riuscivamo a stare assieme senza litigare, perchè vedevano la vita in maniera quasi opposta. E concluse col dire che se il fratello fosse rimasto paralizzato o roba del genere, Dino non avrebbe avuto la forza di accudirlo, così come è vero che l’acqua ci separa dalle cose.

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PROFONDA EBETUDINE

Il signor Andrea col cappello, marito della mia ex insegnante di applicazioni tecniche mi ha sempre impressionato. Sottomesso ai tormenti della sua avidità o immerso nel suo narcisismo smisurato, alla stregua di uno straccio merdo, non si sa mai da che parte cercare di prenderlo. Ebbene costui si ferma all’ottagono alle 12.30 e con toni di patriottica fierezza vuole chiedermi qualcosa senza scendere dall’auto. Lo invito a scendere e a spiegarsi meglio. La sua richiesta era la seguente: siccome da rincoglionito aveva comprato due copie del corriere della sera non da me, ma dalla concorrenza che chiude i battenti a mezzogiorno, voleva che io gli comprassi la copia del quotidiano che si ritrovava in più. La sua esigenza coincide ovviamente con l’estensione della sua faccia tosta, che indugio per un attimo ad ammirare. Quindi gli rispondo serenamente…”non se ne parla neanche, la prossima volta ti svegli!” Lui cerca di strisciare come un verme affinchè io gli faccia il favore e più lui striscia e più io confermo il mio no. In altri tempi forse non avrei rimarcato fermamente il NO, che a questo punto mi domando se sia strettamente connesso alla sotterranea ed anche superficiale agitazione della capitale, così lontana, sempre più lontana, verso sud.

Ciao Amici!