UOMINI E DONNE DI PAROLA

Il bisnonno dice di avere letto da qualche parte che Lilli Gruber ha scritto un libro. Al bisnonno piace molto la Lilli. Ad Aldo invece piace niente della Lilli. Il bisnonno vuole a tutti i costi trovare in ottagono il libro della Lilli. Cerco di documentarmi e vedo che la Lilli ha scritto molti libri, e l’ultimo di questi, quello che interessa al bisnonno si intitola “inganno”. Di inganni dovrebbe interdersene la Lilli, se si pensa alla faccia di plastica che si è costruita per sembrare una papera. Ma questo non interessa al bisnonno, così come a molti non interessa la verità, piuttosto l’inganno. Secondo me la Lilli è molto istruttiva, e un giorno diventerà davvero una papera. Lunga vita alla Lilli che diventerà una papera e fonderà il partito dei Papaveri . Anche Gesù attraverso la verità della sua resurrezione ha fondato il cristianesimo. Perchè solo ciò che ha effetto storico è verità. Ecco perchè il PD di Renzi non ha alcuna possibilità di risorgere. Secondo Jean Valijean la verità è che i tortellini “il rancio del fuggiasco” che questa settimana erano in vendita al Lidl, sono squisitissimi. L’effetto storico che la verità sulla bontà del tortellino ha prodotto è che dopo circa due anni da che Jean non si cucinava più nulla a casa, riducendosi a mangiare qua e là in giro dove ne trovava già pronto, ora è da 3 giorni che Jean mette su la pentola e mangia tortellini, il cui prezzo molto modico è sbalorditivo rispetto alla qualità. Oggi però l’offerta finirà. Cercai di influenzare Jean per fare incetta di tortellini “il rancio del fuggiasco” in almeno tre triadi parallele di specialità. Le specialità del ripieno erano plurime. Ma Jean aveva più di un problema ad assecondare questo spunto. Il primo problema era che Jean non aveva più un euro in tasca, ed il secondo problema era che per risparmiare sui costi di energia, Jean aveva staccato il frigo, per cui tenere un po’ di magazzino di tortellini non era così semplice. Allora diedi a Jean la possibilità di sfondare il tetto dei 10 euro di prestito ormai consolidato della domenica, con restituzione il lunedì, e gli prestai 14 euro. Con i 4 euro in più Jean potè comprarsi 5 pacchetti di tortellini il rancio del fuggitivo ed accendere il frigo nel quale neanche i topi ultimamente erano motivati a far visita.

Ciao Amici e Buona domenica!

LA FINE DEL MONDO E DEL FISCAL COMPACT

Il bisnonno è impressionato dal quadro di Courbet “l’origine du monde” che c’è sulla copertina di Micromega. Il bisnonno mi chiede se quel numero di Micromega può essere interessante per uno come lui. Non saprei, rispondo io, di certo hai acquistato di peggio. Il bisnonno guarda ancora la copertina di Micromega e gli sovviene una storiella greve che gli raccontò sua nonna. Quella storia lo aveva così divertito da non riuscire quasi a raccontarla perchè non riusce a non ridere mentre la ricorda. Poi lascia Micromega al suo posto e mi chiede cosa ne penso della storia del DEF e del governo. Gli rispondo che anch’io come l’economista Sapelli sono contenta che finalmente il meccanismo infernale del fiscal compact vada a farsi benedire. Anche se la battaglia è ancora tutta da sviluppare. Il bisnonno lascia per un attimo la creazione del mondo, e parte in caddy. Nel frattempo alcuni timorati di Dio mi chiedono perchè ho messo quella rivista conturbante così in vista. Le riviste nuove le metto sempre in bella vista, il fatto è che si nota solo ciò che ci fa inciampare, lo skandalon. Per fortuna il bisnonno torna, mi chiede quanti giorni mancano all’ora di ritirare la pensione, e mancano 3 giorni, 3 giorni in cui si può anche morire e risorgere. Il bisnonno scambia quattro chiacchiere col vecchio Gazzi, arrivato insieme a lui all’ottagono e che ha un caddy meno sportivo del suo e senza hard top. Parlano delle loro prestazioni in caddy. Poi quando ho finito di servire il vecchio Gazzi, il bisnonno cade in tentazione e vuole rivedere l’origine del mondo. La guarda e la riguarda e poi decide …..mettila da parte che la pensione è vicina! Ed io obbedisco ancora una volta, e visti i tempi di magra che corrono prima di arrivare alla pensione mia, o prima di essere fucilata dalla bisnonna che un giorno mentre discenderò l’argine con Ben al tempo della caccia, mi terrà un’imboscata e …pum!!!! Pace e bene.

Ciao Amici!

MUCCHE ALLA RISCOSSA

Rosso Malpelo dice di trovarsi molto bene con le mucche. Riesce a cogliere il privilegio di spostare la loro popò, che poi finirà nel letamaio e quindi verrà al bisogno distribuita sulla terra concimando naturalmente senza chimica le colture. Rosso Malpelo dice che le mucche sentono se sei stressato e quando lo sentono ti fanno capire che non vogliono collaborare e allora se non ti rilassi ci metti il triplo di tempo per ragionare con loro e farle spostare. Attualmente le vittorie, le piccole gioie della vita per Rosso Malpelo riguardavano la capacità di ragionare con le mucche, di scendere a patti con loro, che pur avendo una visuale della vita necessariamente erbivora (cioè vedevano tutto ciò che era terra terra) sembravano più illuminate di molti umani. Certe volte gli umani sono brutali, incostanti e crudeli, se non folli. Certe volte sono prepotenti, dispotici e narcisisti, pur credendo di avere vedute straordinariamente larghe. Rosso Malpelo dopo il ritorno mattutino dal lavoro filosofico con le mucche, ha l’aria molto più rilassata di prima, cioè di quando lavorava sulle autostrade. Resta a parlare con me ed io lo interrogo sulla razza bianca padana, che è una mucca alla quale l’allevatore per cui lavora è abbastanza legato, anche se le sue mucche sono prevalentemente pezzate bianche e nere. Negli ultimi giorni sono nati due vitelli femmine, femmine per la gioia dell’allevatore. È probabile che per Rosso Malpelo quello del bergamino sia l’ ultimo lavoro prima di andare in pensione, quota o non quota 100, perchè iniziò a lavorare a 15 anni. Sicuramente qualora Rosso Malpelo fosse licenziato a causa del mobbing di una mucca, si troverà ad avere a che fare con nuovi importanti sviluppi del discusso Jobs act.

Ciao Amici!

L’AMORE AI TEMPI DEL POPULISMO

L’amore per i libri del bisnonno è cosa di cui sapete. La più poetica delle possibili radici etimologiche della parola “amore” è a-mors, assenza di morte. A questo puntava il bisnonno. Per lui, così come per tutti gli innamorati, l’esperienza d’amore significa assenza di confini fra i soggetti. Cosa che la bisnonna non riesce proprio a metabolizzare. E per questo un giorno mi ucciderà. Stamattina per esempio il bisnonno si sentiva una cosa sola con la Mesopotamia, i Sumeri, gli Assiri ed i Babilonesi. Il bisnonno mi chiese se avesse già acquistato altri volumi sullo stesso argomento, e se io ritenessi l’argomento degno di un certo interesse. I miei occhi, azzurri come l’acciaio che si lavora all’Ilva, mandarono al bisnonno gravi scintille, che servirono a dissuaderlo dall’acquisto, e dopo le scintille gli risposi che a me interessava di più la storia contemporanea e soprattutto la storia delle bande rivoluzionarie. Anche se molti sostengono che gente di quella fatta sa solo parlare e se ne frega di lavorare, perchè il lavoro gli pesa ed è per questo che i rivoluzionari brontolano e concludono poco. Il bisnonno che sapeva di non aver mai ricevuto il titolo di stakanovista si sentì di darmi un po’ di ragione. E poi si perse a raccontarmi della sua nipotina Ottavia che stava diventando molto anarchica e l’altro ieri questo fatto l’aveva colto molto impreparato, perchè la piccina era ripartita per Milano con i genitori, talmente arrabbiata col bisnonno, (quasi come lo diventava con lui la bisnonna quando commetteva peccato) che non gli dette neppure un bacino. Il bisnonno concluse che anche sulla piccina, non faceva eccezione la regola del casato, per cui il carattere batteva sempre sui medesimi chiodi, imprecando contro chiunque desiderasse vivere appiattito dentro le proprie mura. Che il bisnonno aveva recentemente visto crollare per davvero.

Ciao Amici!

LA PROVA

Anche il bisnonno sabato scorso era triste. Pensava al funerale del nostro Geppetto, il falegname Fabio Bocchi, che non era mio parente per un pelo. Il pelo riguardava il legame di parentela che la moglie di Geppetto aveva col mio primo fidanzato. Si trattava di un pelo veramente estremo, e l’omonimia del cognome non c’entrava per niente. Il bisnonno tristemente disse ….”ho perso il mio compagno di banco”…ed io credevo che il bisnonno stesse sognando, perchè Geppetto aveva già compiuto 90 anni e il bisnonno 83. Ma il bisnonno sapeva quel che diceva, e il “banco” che intendeva lui non era quello di scuola ma quello di chiesa. A messa, vicini, Geppetto ed il bisnonno pensavano ai loro peccati e a come redimersi. Nonostante ciò il bisnonno continuava a non domare il suo senso per l’acquisto dei libri in ottagono tanto da ricevere per ben due volte nell’ultima settimana un’ingiunzione da parte della bisnonna. Non si sa se Geppetto fosse riuscito a redimersi in tempo dai suoi peccati, ma io credo di sì, nonostante avesse lasciato solo al mondo il suo unico figlio forse quasi coetaneo di Jean Valijean. Ieri intervistai quest’unico figlio di Dio e di Geppetto dopo avergli fatto le condoglianze. Una persona umilissima e mite come poche. Non sapeva cosa avrebbe fatto di sè trovandosi solo e senza ragione sociale per cui lavorare. Geppetto teneva in piedi la ragione sociale della falegnameria, e l’unico figlio non era propriamente inquadrato in questa ragione. Anche perchè ci aveva messo molto molto tempo, diversi lustri, ma era riuscito a laurearsi, con eroici vincoli di sacrificio aiutando Geppetto. In cosa ti sei laureato? chiesi all’unico figlio che amava salutare Ben chiamandolo ….Sir…. Lui mi rispose ….in ingegneria aerospaziale. Caspiterina!!! Complimenti, dissi all’unico figlio di Geppetto che non aveva venduto a nessuno l’abbecedario, e non aveva nessuna fata o fatina per amica. Lui minimizzò quasi imbarazzato, ma determinato ad andarsi a cercare un lavoro, anche in prova, pure lui, come Jean Valijean al tempo di quando era rosso. Ora che Jean è blu, al lavoro non ci pensa e stamattina vestito con una delle magliette comprate in vacanza è di un viraggio del mare di Honolulu, mentre in banca gli hanno accreditato una pensione da nababbo di 1387 euro. Jean perplesso per tanta abbondanza pensò di telefonare a Boeri per capire se oltre alle pensioni (sua e di reversibilità) gli avessero accreditato anche il reddito di cittadinanza …onoraria.

Ciao Amici!

JEAN CI PROVA CON MANUELA

L’appartenenza al rosso di Jean è al momento sospesa. Jean si sa è il maestro del travestimento. Procurandosi abiti blu ed azzurri, oltre alla bicicletta e ad un berretto della stessa tinta, Jean aveva messo in chiaro che il cielo avrebbe smesso di aleggiare solo sulla sua testa. Il cielo ora era lui. Il problema è che certe donne non sanno dove cercarlo il cielo, mentre Jean era così disponibile. Quindi stamattina dopo aver ricevuto da me gli onori del blu che si era meritato, Jean mi informò che aveva un impegno improrogabile: doveva andare a “pongare” la bella Manuela, una trentenne mora, molto gentile; aveva deciso di invitarla a cena. Cosa le dirai di bello per convincerla? chiesi a Jean. Qualcosa mi inventerò rispose Jean sorridendomi con fare poco rassicurante e soprattutto ancora sprovvisto di ponte. Devi essere pronto al peggio Jean! Credo che sia una ragazza troppo giovane per te, gli dissi ancora io. Jean ci pensò su un attimo, poi rispose che per lui tutte le donne sono sospette, come i partiti. Possono starci come no nell’accettare un invito. Anche se nel cuore di Jean al momento c’era posto solo per un partito, il PD, così come per ciascun uomo c’è una sola madre Jean rimarrà politicamemte fedele fino alla tomba a chi lo ha educato. Così Jean ricordava di quando sua madre portava nel cestino della bici un pentolino da brodo, con o senza brodo, e Jean ora si portava appresso un barattolino vuoto di uno yogurt, in attesa di montare un vero e proprio cestino alla sua nuova bici blu. Ma per quanto riguarda le donne, poteva fare molte eccezioni alla fedeltà. Jean tornò all’ottagono dopo due ore dalla sua battuta di caccia. Manuela era una creatura molto interessante, sorella di un ex becchino, fin da giovanissima non si era mai fatta trovare in piazza spettinata o con vestiti poco colorati. I suoi capelli neri erano sempre misticamente profumati. Sistemava con estrema cura i suoi accessori secondo un’armonia di colori che a Jean piaceva molto e attorno a lei aleggiava una sovrumana atmosfera di freschezza e di cura che Jean credeva la sua gloria. Lei però gli disse di no. Jean pensò che quel diniego ad uscire con lui fosse solo il frutto di uno slancio masochistico, comunque rispettò il suo rifiuto e non ci rimase male, tanto che pensò di tentare il colpo con certa Elena che aveva gambe molto slanciate.

Ciao Amici!

LA DONNA CHE TENTAVA DI UCCIDERE DON CHISCIOTTE

Il laccio si stringe attorno al pisello del bisnonno. Nel senso che la moglie del bisnonno, esasperata non sa più a quale santo votarsi per far mantenere al marito il giuramento di non comprare più nuovi libri in ottagono. Il bisnonno in effetti, dopo l’ultimo giuramento fatto alla moglie, si era progressivamente lasciato un po’ andare al peccato. E ieri si è venuto a trovare in una sporca situazione tanto da pensare che se sua moglie non l’avesse ucciso subito, gli sarebbe stato possibile sopravvivere anche a questa guerra. Ed avrebbe voluto dire che sarebbe crepato di sicuro per deterioramento fisico, cosa alla quale è da una vita che il bisnonno si sta allenando. Il bisnonno e la bisnonna avevano infatti siglato invano un armistizio, prima dell’8 settembre. E il bisnonno ieri si presentò a casa con un volume di economia da 10 euro e 90, intitolato “Gestire un’impresa – il management” dell’ Università Bocconi Editore. Il volume dopo una filippica immaginabile, (si rubavano il libro l’un l’altra dalle mani) fu sequestrato dalla moglie del bisnonno, la quale lo minacciò anche di riportarmelo indietro. A quel punto il bisnonno ansimante prese il telefono è mi chiamò. Mi raccontò della sua battaglia domestica, che peggio dell’alcol gli colpì subito la testa. Mi disse …mia moglie continua a tormentarmi! Verrà da te a riportarti indietro il libro di economia…..tu le devi rispondere che io ne comprerò un altro!. A quel punto io mi aspettavo l’arrivo della bisnonna incazzatissima quindi preparai il bisnonno e gli dissi che era lui il peccatore e che io avrei restituito il soldi alla bisnonna e ritirato il libro. Chiesi al bisnonno di essere ragionevole, e gli feci la promessa di fargli leggere il libro di economia anche senza che l’acquistasse, mentre passava il suo tempo al bar. Il bisnonno allora si arrese anche perchè forse si rese conto che aveva avuto una bella faccia tosta a peccare ancora. Ad onor del vero il bisnonno, come la nostra politica economica non è il flagello, bensì solo il manico. Chi tiene il manico del bisnonno? Chi quello della politica? Se volessimo spaccare il capello il quattro, forse finiremmo per andare troppo lontano con i ragionamenti. Fatto sta che la moglie del bisnonno non fece seguire i fatti alle minacce, e quando il bisnonno stamattina lo apprese ne gioì per la meraviglia. Si trattava solo di capire dove la bisnonna avesse potuto nascondere il libro, e visto che i due non avrebbero cessato di tormentarsi questa era solo semplicemente un’altra sfida.

Ciao Amici!

NON SI DICE VACCA MORA SE NON C’È ALMENO UN PELO NERO

Jean Valijean non trovò il tempo di abbronzarsi a Riccione. Ma quel che è peggio è che nè ieri notte, nè stamattina, alla stazione ferroviaria Jean non trovò ad attenderlo la sua bicicletta rossa. Jean si chiedeva in quale momento fosse sparita. Se durante la nostra telefonata di ieri mattina alle 7, quando Jean era ancora sulla riva del mare le cui onde salate urtavano contro una vescica che gli era venuta in un piede, oppure nel pomeriggio, cioè quando Jean cambiando i suoi piani, decise di andare a Bologna per trascorrere il suo pomeriggio a fare shopping. Jean si chiedeva anche chi gliel’avesse rubata, e le risposte sommarie di tutti quelli a cui raccontava del furto gli suggerivano di pensare che fosse stato un immigrato. Così, stamattina Jean non potè godersi appieno le sue 4 nuove magliette blu ed il suo orologio citizen colorato, preso com’era nel ritrovare la sua bici. Andò a chiedere ad alcuni ferrovieri se l’avessero avvistata. I ferrovieri risposero di no, ed uno di loro gli raccontò che alle biciclette parcheggiate alla stazione aspettavano sempre prove durissime. Al capotreno per esempio, di biciclette ne erano state rubate 3 prima che iniziasse a nasconderla nei bagni dell’ufficio della stazione, rigorosamente chiusa a chiave, cosa che nessun ladro si sarebbe aspettata. Jean nonostante fosse molto deluso, non si perse d’animo e avendo il suo asso nella manica, se lo giocò. L’asso consisteva nel fatto che dopo tanto tempo economicamente con le catene ai piedi, stamattina Jean disponeva di un gruzzolo rimasto dalla vacanza. Jean era giunto alla conclusione che più di tutto gli importava ritornare in sella velocemente, quindi si portò dal macellaio e per 30 euro comprò una sella con attaccata una bicicletta usata dalla moglie di Isarco il macellaio. Questa volta la bici era blu, blu come le sue 4 magliette nuove. Delle molte opzioni che gli erano venute in mente quella di andare dal macellaio a comprare la bicicletta doveva sembrargli la più allegra. Così come al mio cliente rosso di pelo, licenziatosì dal lavoro che lo vedeva ormai da anni impegnato a fare manutenzione sulle autostrade, frustrato dall’idea di finire prematuramente schiacciato da un’ auto in transito, oppure da quella di sfracellarsi nel crollo di un ponte, decise di accettare il posto di bergantino in una stalla di Villa Pomarance con 100 vacche da mungere. Anche a lui questa opzione, a 55 anni doveva sembrargli più allegra che mai, presumendo che le mucche, il senso del limite c’è l’avessero. Mangiando quanto bastava e facendosi mungere quanto bastava. Tutto questo doveva avere per il nostro Rosso Malpelo un sapore in controtendenza con l’attuale società neoliberista, società che nega strutturalmente ogni limite in nome del profitto finanziario.

Ciao Amici!