SELVAGGIA, I’ VORREI CHE TU E LAPO…

Alcuni come me stamattina davano colpi di tosse, e nel freddo del mercato si agitavano per scaldarsi un po’. Altri provavano ad andare in chiesa per ritemprarsi,  snobbando i santi e la madonna e badando ai fatti propri. La farmacista mi portó una tisana balsamica e fumante, perche’ aveva la promoter che le offriva ai clienti per venderle.
Nonostante i miei acciacchi e il basso tono energetico, dopo la tisana mi e’ successo di evocare l’apparizione di un amico carabiniere forlivese. Incredibilmente a mezzogiorno è apparso. Non capisco come mai la rivelazione funzioni solo se non evoco i debitori. Mi sono ripromessa di chiederlo ad una signora che oltre a conoscere il segreto per avere una permanente e una tinta di capelli sempre impeccabile, la sapeva lunga su altri misteri.
Evocai il mio amico carabiniere perchè qualche anno fa mi confidò  che se un giovane con meno di 30 anni e’ alla guida di un’auto prestigiosa (non so se anche di una Fiat) è quasi sicuro che questi faccia uso di cocaina. Per essere performante tout court . Associavo i cocainomani che fluttuavano ovunque al Lapo dei Lapi e alle sue ultime bagatelle.
Selvaggia Lucarelli apre il suo articolo su “il fatto” dicendo….” io voglio bene a Lapo Elkann. Davvero.”
Spero che questa nuova storia di Lapo non ci distragga troppo dalla storia della Fiat, di Marchionne e del suo amico Renzi, perche’ poi è la stessa storia. La storia di una prestigiosa famiglia italiana protagonista di un’ attesa débâcle che per togliersi dai guai chiede altri soldi ad altre famiglie (le nostre) inventandosi di tutto.
E’ incredibile che gente che non ha mai vissuto in Italia come Schäuble ci dica che lui voterebbe ja al nostro referendum di domenica. Il quotidiano renziano “la Repubblica” non sa neanche come si scrive correttamente il nome di Shäuble, o si può scrivere come ci pare?
Ciao Amici!

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ANDARE IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA

Sono la madrina di un bambino che è il primogenito di un’amica. Ora che frequenta la prima media ha un’espressione così saggia e tormentata. Questo bambino è gentilissimo anche con me. Non manca mai di corrermi incontro quando mi trova fuori dall’ottagono. E’ uno dei tanti lati positivi del suo carattere. I bambini sono fantastici perchè hanno sempre le idee molto chiare sull’amore. Hanno bisogno di promesse d’amore in ogni luogo, a casa e altrove. La sua mamma mi ha detto oggi che fare equitazione lo aiuta a comprendersi meglio, soprattutto nelle relazioni con gli altri e anche col suo amato fratello, bimbo con qualche problema. Il cavallo infatti ha un’autonomia comportamentale che pretende un netto ascolto da parte del cavaliere. Senza ascoltare l’altro non puoi decidere per l’altro correttamente,  questo gli sta insegnando un cavallo.
Sua madre oggi si è fermata da me all’ottagono. Era stata convocata al primo colloquio alla scuola media, e voleva portarmi come per ogni pagella la soddisfazione della condivisione. Da lì, ebbra di gratitudine, mi parlò del bambino e del suo cavallo.
Sono arrivata a 51 anni e questa bella immagine del cavallo non me l’aveva insegnata nessuno, pensai. Continua a capitarmi gente che mi parla di gatti e di cani di usignoli o, come domenica scorsa mi chiede urgenza veterinaria, e mi si dice….tu che ami gli animali….
No, io sono un animale.
E in  questo tempo di acciacchi alla schiena e non solo,  mi sento simile ad un animale colto di sorpresa con le orecchie dritte, che annusa l’aria silenziosa e piena di minacce, senza sapere da che parte scappare.
Ciao Amici!

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DITTATURA DEL TRAFFICO E ALTERNATIVE POSSIBILI

Il mio amico abruzzese in serata mi ha mandato in whatsapp la domanda “sei contenta ora che Mantova è stata classificata la città dove la qualità della vita è la migliore di tutt’Italia?” Gli ho risposto che non osavo immaginare come si vivesse altrove. Comunque questa statistica mi fa venir da ridere. Forse stiamo meglio perche’ abbiamo imparato a prenderci un po’ meno sul serio, e riusciamo a vedere se non il ridicolo che c’e’ in noi, il ridicolo di certe notizie statistiche. Qualsiasi approfondimento ragionato svelerebbe l’inutilita’ di una simile classifica, basti pensare che la pianura padana e’ una delle zone piu’ inquinate del globo. Noi mantovani comunque continueremo a non prenderci troppo sul serio e a sentirci sullo stesso piano degli altri come negli anni in cui stavamo sotto in classifica. Continueremo a sperimentare le crudelta’ e le incertezze della vita come si fa da tutte le parti, anche se le nostre banche pare siano eccezionalmente piene di soldi degli altri e di debiti delle stesse.
In effetti molti extracomunitari si trovano bene da noi. Ne ospitiamo un numero ineguagliabile, ma resta un dato che non farà tendenza. Forse arrivano da noi i meno ambinziosi degli abitanti del mondo ed e’ per questo che l’area rimane tranquilla.
Stamattina, a proposito di abitanti extra,  ho incontrato per la prima volta la drag queen romana di cui parlai in un post estivo. Stavo servendo una mantovana doc che voleva il primo dvd “i Medici i Signori di Firenze”. Ovviamente noi da ieri ci si confronta solo con altri “Signori”. La drag queen arrivò che parlava al cellulare, e capii che poteva essere lei il transgender per l’accento romanesco. Senza smettere di telefonare mi chiese una copia del settimanale  “di più” con l’oroscopo di Paolo Fox. E ce l’avevo! L’ultima copia, ma ce l’avevo! Mentre mi porgeva l’euro e cinquanta incontrai le sue interminabili unghie color rosso carminio con inserti di pagliuzze dorate. Sembrava un mezzo anfibio tanto erano lunghe le mani piu’ le unghie.Complessivamente portava una veste semplificata e poco opulenta piuttosto nera, addossando capelli lunghi meno originali della sua voce,  maschile e nervosa. Non portava un sorriso, neanche qualsiasi. D’altronde c’e’ chi ha talento per una cosa chi per un’altra. Per salutarmi, visto che stava ancora telefonando mi ha fatto un gesto da gatta tigrata nera e grigia, con le mani ad artiglio. Poi mentre si allontanava udii un suono lacerante che poteva essere la sua risata, sembrava pieno di vita e disperazione, come il boato di un neonato che viene al mondo.
Puntai lo sguardo alla sua macchina e immaginai un’ipotetica scritta sul paraurti che dicesse: “Una donna che vuol essere uguale a un uomo non ha nessuna ambinzione”, ma non c’era neanche quella.
Ciao Amici!

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PERCEZIONE E MEMORIA

Gioele frequenta l’asilo e viene sempre a trovarmi di domenica mattina con mamma e papà. L’ottagono è una specie di attrazione per lui. Così quando finalmente i genitori lo lasciano libero di esplorare, lui si mette serio e in devozione come si fosse recato al suo tempio e da lì non volesse più muoversi. Santificare le feste per Gioele significa  fermarsi da me. Il Gioele nostro assomiglia in qualche modo al profeta vissuto nel V secolo A.C. all’epoca dell’occupazione persiana della Palestina, è però un bellissimo e determitato bambino conosciuto ormai a tutti i pellegrini domenicali dei templi. Stamattina il papa’ di Gioele voleva incastrarlo. Siccome il bambino voleva comprarsi una delle prelibate icone di plastica che tenevo accatastate dentro coloratissime scatole di cartone, rivolse il suo sguardo verso l’alto. Non stava interrogando le legioni di angeli in cielo, ma implorava fiduciosamente suo padre. Ne seguì un momento terribile. Il padre disse a Gioele che poteva prendere la stessa icona di plastica che aveva preso il giorno prima in un altro paese nel regno del Veneto. Per Gioele però ci fu un attimo di puro terrore, perche’ non voleva essere scoperto, colto sul fatto che si era dimenticato di cosa avesse comprato solo ieri. Se il padre avesse capito quel guaio, Gioele sarebbe stato dannato, per sempre. Fu così che si mise a piangere, di punto in bianco e piu’ il padre cercava di consolarlo piu’ non si capiva perche’ lui piangesse. Quindi il padre gli parlò sussurrando e capì che a suo figlio stava comprando troppe icone di plastica, tanto da portarlo in confusione. La rivelazione fu liberatoria per Gioele, anche se prima di ricordarsi che cosa avesse preso ieri furono necessari altri 6 o 7 minuti.  Tutto sembrava possibile ma in realtà era tutto fittizio.
Di colpo riuscì a capire qual’era stato il suo ultimo desiderio, e da quel momento tutto precipitò molto in fretta, dall’individuazione, al pescaggio nella scatola, all’apertura della busta di plastica contenente l’icona di plastica, per finire alla brutale franchezza con cui disse, una volta visto l’oggetto….ce l’ho doppio!.
Hasta la vittoria siempre!
Ciao Amici e buona domenica!!

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VIDA Y MUERTE DE UN NARCISISTA

La pioggia e’ cessata solo stamattina, dopo una notte buia e tempestosa (avrebbe detto Snoopy) ma nuvole basse, gonfie d’acqua  e d’alba, parevano sul punto di esplodere ancora in mille pezzi. Mi portai appresso l’ombrello rosso, e mi calcai in testa il mio vecchio basco, un po’ stropicciato ma sempre idealmente guevariano.
Jean Valijean arrivo’ raggiante, come se avesse vinto la lotteria. Mi racconto’ che ieri per tutto il pomeriggio aveva dormito, ed era un po’ dispiaciuto per non avermi fatto da maggiordomo. La notizia che l’aveva sopraffatto positivamente era molto interessante. Jean stava per realizzare la vendita di un immobile che aveva ricevuto in eredita’ anni fa assieme ad altri 5 eredi. E l’idea di riuscire a raggranellare denaro gli sembrava una possibile  via d’accesso alla vita, anche se non riusciva a stabilire chiaramente cosa ci fosse dentro la vita.
Ma Jean non è di certo il solo ad essere confuso, rispetto alla vita e ai suoi contenuti, soprattutto in questo tempo di morali approssimative. Comunque fu lui a dirmi che era morto Fidel Castro. Porca miseria dissi, anche lui?!? Ed aggiunsi che mi dispiaceva. Molti di voi un po’ come fece Jean Valijean, sorrideranno ora, di un sorriso vagamente sdegnoso eppure indulgente. Jean infatti replico’ chiedendomi se veramente mi spiacesse. Io gli risposi, sì, mi dispiace veramente. Dov’eri quando l’hai appresa la notizia? Chiesi ancora. Jean disse che era al bar e a differenza di me, chi parlava di questa morte, barista ed avventori uomini, sosteneva che a  Cuba con o senza Castro c’era solo della gran figa. Alcuni di quelli che commentavano si erano messi a raccontare storie appassionanti di sesso e Jean ascoltava partecipato quel repertorio di esperienze che la gente spiattella allargandosi con i superlativi in maniera molto sciocca eppure adorabile per narcisismo.
Chissa’ cosa diventera’ Cuba ora che a Fidel è arrivato il coccolone definitivo subito dopo l’arrivo di Trump. Per un certo periodo storico Cuba fu il casino degli americani, e a ben sentire dai racconti dei Sermidesi, un po’ sempre di tutto il mondo. E’ bene ricordarlo visto che siamo freschi di commemorazioni antimaschiliste. Magari ci sara’ una svolta alla Casa Bianca. E’ davvero probabile infatti,  vista l’estensione dell’appezzamento, che la nuova first lady Melania predisponga un campo da golf al posto dell’orto della first lady precendente. Orto che indubbiamente restava un elegantissimo tributo al potere del maschio.
Il popolo comunque anche se molto narciso è sempre il popolo. E come diceva piu’ o meno  Bertold Brecht, se il popolo non vota come si deve chiederemo al comitato centrale di avere un nuovo popolo.
Ciao Amici!

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NUTRITI A MASCHILISMO E LATTE

Qualche sera fa Aldo mi disse, che gli era venuta voglia di imparare a cucinare. Io pero’ gli diedi poco ascolto, stavo piu’ che altro ascoltando i miei pensieri e il mio mal di schiena e mi era anche passata la fame. Si capiva che non lo prendevo sul serio o che ero distratta e lui mi chiese se temessi qualche ritorsione. Io lo osservai con premura, eravamo due identità diversissime, la sognatrice illusa e l’insegnante canuto con le sue conquiste professionali di cui andar orgoglioso.  Aristotele sosteneva che il carattere che distingue chi sa rispetto a chi non sa, è l’essere capace di insegnare. Per cui io che non possiedo quest’arte ritenevo impossibile trovare la pazienza per insegnargli a cucinare, almeno quel poco che so. E poi, come dice un mio Amico, io sono assolutamente maschilista e forse mi piace anche compiacere Aldo riempendogli il piatto e riuscire a prendere 10 e lode per un riso e zucca come quello di ieri sera. Che buono mi disse, e mi confermo’ tre stelle Michelin anche in questo 2016. Prima di arrivare a questa premiazione eravamo andati a goderci il panorama di Sermide e della  campagna poco mossa e molto buia, con Ben. Aldo fa dei periodi in cui durante la passeggiata con Ben prende con sè un legnetto, una stropa,  per controllare il passo di Ben o dissuaderlo da istinti bellicosi al solo a sentirne la vibrazione.
Insomma con quel legnetto spronava Ben a migliorarsi dalle sue intemperanze, anche se Ben andava sempre per conto suo, molto meglio di me. 
Il messaggio della stropa aveva dunque un che di incompiuto, come se volesse dire di piu’ e quando incontrammo nella via di lupetta Asia, il nostro Jean Valijean, guarda caso senza esitazione chiese ad Aldo cosa se ne facesse di quel legno un po’ rudimentale. Aldo rispose prontamente a Jean Valijean dicendogli che io lo facevo impazzire e quindi il legno serviva a bacchettarmi sulle dita delle mani. Jean Valijean rimase pietrificato da quella risposta. Aldo aggiunse che era per quello che portavo i guanti, o tenevo le mani nascoste sotto le maniche del giubbino. Jean Valijean cominció ad agitarsi, come se non riuscisse a reggere quella notizia, tanto che rivolgendosi ad entrambi disse ridendo……”Aldo ha voglia di scherzare vero???”.
Aldo non rispose, ed io cercavo di posticipare la verita’ mentre spartivo un po’ di pic nic tra Ben e Asia. Ad Asia piaceva stare in nostra compagnia, io lo sentivo, al di là del pic nic, la conoscevo bene. Fu allora che Jean Valijean mi si avvicinò  con due occhi spalancati e un po’ sinistri, e mi prese le mani, sollevo’ il giubbino e controllò minuziosamente se avessi segni di sevizie.
C’era un senso di inevitabilità in quel gesto di Jean, era come se non si sentisse pronto per imparare qualcosa di nuovo su di me. E dopo avere scoperto che Aldo aveva proprio voglia di scherzare si gratto’ per bene la pelata e ci saluto’ con sollievo.
Sara’ anche la giornata mondiale della donna, a me sembra solo che fra un mese è natale.
Ciao Amici!

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LE GRAND FINALE

Da bambina, in questo periodo dell’anno tutti i santi giorni che ancora mancavano a S.Lucia io non facevo che aspettarla, aspettavo di sentire il suo campanellino, fuori in cortile, proprio come se Ben aspettasse me, ma io non arrivassi mai. Sopravvissuta all’attesa, uno di quegli anni in cui io potevo averne 5 compiuti, fu il peggiore di tutti. Sentii la campanellina di S.Lucia mentre ero in cima ad una seggiola ad esplorare le meraviglie nascoste nella credenza. Il mio cuore pensava….finalmente! …finalmente! …ma tra l’euforia lo struggimento e l’ansia, finii per cascare in terra dalla sedia e farmi venire un bernoccolo.
Anche quest’anno aspetto con ansia S. Lucia. Sara’ una S. Lucia che traccera’ un po’ il futuro. Capiremo infatti se l’Italia si vorra’ fidanzare o meno definitivamente con Renzi oppure no, dopo l’esito del referendum. Deciderò di segnare con la punta della matita un SI O NO sulla scheda elettorale quasi fosse la punta di un ramo da affondare nella terra per scrivere il nome del fidanzato. Io a Renzi se ancora non si fosse capito dico NO. Una mia cliente di 6 anni mi ha detto una cosa che mi ha fatto pensare a Renzi. Mi ha detto che quest’anno  suo papa’ le regalerà 3 telefonini VERI….però i telefonini non vanno. Ecco,  la piccola era veramente felice di questo autentico regalo. Era la prima volta che non le regalavano un cellulare giocattolo di peppa pig o della barbie, si sentiva molto grande per questa esperienza e si domandava se fosse troppo chiederne almeno uno solo di cellulari ma che “andasse” . Almeno così avrebbe smesso di guardare  il cellulare di suo fratello e di mangiarglielo con gli occhi e basta. Ma tant’e’, era ancora troppo piccola per meritarsi una simile conquista. Renzi dice che tutto sommato dopo il referendum non arriveranno le cavallette, e non so se sia una buona notizia. Perchè solo le cavallette di biblica memoria sono viste come una piaga. Mentre in Africa, prima delle Missioni, quando arrivavano le cavallette improvvise ed inaspettate, all’inizio era come se un’ombra cadesse su ogni cosa, perche’ il sole si nascondeva da questa enorme nube di insetti, poi però gli indigeni esplodevano di vita e di agitazione perchè il cielo aveva finalmente mandato loro qualcosa di concreto da mangiare,  peraltro molto proteico a quanto pare.
Ciao Amici!

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SCROFE FERITE E ALTRI ANIMALI DA SALVARE

Confesso che l’immagine della scrofa ferita a specchio di Renzi, non mi sembra male. Un po’ funerea, ma neanche poi troppo. Aromatica forse!
Tentai di immaginare le scrofe con cui avevo avuto a che fare nella mia infanzia, le chiamavamo sempre la ninona quelle povere bestie. Animali straordinariamente forti, il cui divertimento massimo era crogiolarsi nella loro merda. Mangiavano proprio di tutto, e quando non avevano niente da mangiare andavano a mangiarsi addirittura le pietre costituenti il loro porcile. Il caso volle che non ne incontrassi mai una veramente ferita, per fortuna, perchè le scrofe e gli animali tutti, rappresentano l’essenza della rispettabilita’, a differenza di molti politici. Deve esserci stato  un malinteso, un grossolano errore di comunicazione tra Grillo e Renzi. Sembrava piu’ una battuta da commesso viaggiatore che da leader di una parte di accozzaglia.
Pero’ Aldo in tempi non sospetti definì Renzi simile ad un “cotechino” vista la sua assoluta ineleganza nel vestirsi di panni troppo stretti,  fascianti, alla moda insomma. Il cotechino e la scrofa ferita possono avere qualcosa in comune.
Oggi anche il bisnonno e il mio amico della FIOM concorrono a riportarmi alle radici contadine ed agroalimentari che mi appartengono. In questa giornata di autunno molle, di pioggia e solitaria desolazione. Magari fosse un autunno caldo.
Il bisnonno ha venduto il suo trattorino. E mi ha raccontato della trattativa come l’avesse raccontato ad un compagno di briscola.  Le cose andarono comunque secondo i suoi piani. Lui l’aveva pagato piu’ di 8 mila euro molti anni fa. Per inaugurarlo si invento’ di portarmi fuori a pranzo venendomi a prendere con il mezzo e la sua pala,  all’ottagono, in una giornata d’estare,  e ci sventolammo le idee ed i capelli per le vie del paese su quel trattorino.Mi porto’  al banco dell’ambulante del pesce del venerdì, dove ci apparecchiammo con tanto di tavolino e sedie e mise en place non di plastica, per gustarci un fritto misto selezionatissimo scelto su gusto  per noi. Sembravamo due Ernesto Calindri seduti in strada senza il Cynar ma con le macchine che ci passavano vicino al libar dei calici. Perche’ un buon vin bianco fresco non poteva mancarci.
Con la vendita del trattorino il bisnonno ha anzitempo incassato la sua tredicesima, smenandoci più di tre quarti del costo e accontentandosi al momento di un anticipo della meta’ dei soldi, ma e’ felice come un bambino quando.gli arriva babbo natale. Ora il bisnonno investe con piu’ disinvolrura nella carta stampata. Ed io non so se sorridere. L’amico della FIOM che mi aveva promesso un cappellino come il suo, della FLAI,  la federazione dei lavoratori nell’agricoltura, stamattina me l’ha portato, a chiusura del cerchio delle radici.
Ciao Amici!

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L’USIGNOLO DEL GIAPPONE

I gesti bruschi dell’anziano cacciatore che si prende il quotidiano , lo paga quando crede e solo se e’ in vena mi saluta, mi hanno sempre infastidita. Lo sopporto perche’ è un amico di mio padre. Anche Aldo lo sa, che se parliamo di costui scuoto sempre la testa, perplessa e sconcertata. Secondo me solo la moglie malata del cacciatore non sopportava che lui  stesse lontano da lei. Lui ne pativa a suo dire. Si sentiva costretto. Credevo che me lo dicesse per dare un po’ di rispettabilità alla spregiudicatezza con cui voleva essere servito velocemente.
Poi ieri costui mi sbalordì. Sembrava quasi che avesse sentito bene tutta l’incomprensione che avevo per lui, e catturò il mio sconcerto con un bel sorriso raccontandomi della sua smisurata passione per gli usignoli.
Mi disse che nel fine settimana era andato a Reggio Emilia alla 77sima Esposizione Ornitologica Internazionale che si tiene ogni anno.
Non risposi subito, non sapevo cosa dire, ma dopo quegli istanti in cui trovò le parole per raccontarmi brevemente la sua storia di allevatore di usignoli e canarini, ascoltando la sua voce mi sembrava addiritura suadente, piena di riguardo per le creature e per la bellezza. Non sembrava neanche lui. Descriveva gli uccellini che giravano su se stessi cantando sui posatoi, lunghi e sottili nelle immense voliere. I cinguettii, i giri e rigiri e le sfumature dei canarini gialli come lo zolfo e il loro senso di aspettare il vento o il cibo che prediligono e poi parlò dell’usignolo del giappone. Disse di possederne, ma ne aveva visti di incantevoli all’Esposizione, esemplari da lasciarci il cuore.
A quel punto pensavo che lui non fosse lo stesso cacciatore di lepri che aveva sempre il carniere pieno di innocenti bellezze selvatiche morte. Era diventato quasi affabile.
Arrivata a casa raccontai ad Aldo la mia lieve conversione verso  costui. Restava di certo un tipo suscettibile e guardingo come tutti i cacciatori solitari, e parlandomi di creature indifese come gli usignoli in cattivita’, mi sembrava assomigliasse ad un pellegrino che aveva smarrito la strada.
Immaginavo la canzone di Luigi Tenco dal titolo Angela in cui alla fine del testo, Tenco dice ad Angela…..”volevo farti piangere….vedere le tue lacrime…..sentire che il tuo cuore è nelle mie mani.”
Tenere tra le mani, accoccolato su un panno il  cuore di un usignolo, puo’ rendere inclini alle divinazioni.
Ciao Amici!

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LA SOLITUDINE DEL CITTADINO GLOBALE

La mia bella collega di Moglia, la giovane Maika, uscendo dalla farmacia si e’ fermata a salutarmi. Dice di sentirsi enorme come una balena. Fra 20 giorni partorirà la sua primogenita, ed oltre a non riuscire a muoversi disinvoltamente, dice che non riesce a tenere la testa concentrata sul lavoro. Ho potuto ammirare la sua panciona spettacolare, quasi senza chiederglielo, perchè Maika e’ una donna d’azione, non di pensiero, e mi ha spalancato il suo futuro aprendosi la mantella.Augurarle buona fortuna è stato forse banale, perche’ con le proprie azioni lei era stata faber delle fortune sue.  Per me invece, in assenza di bambini bipedi da accudire o nei momenti di assenza del servire o dell’ascoltare,  scrivere e leggere resta sempre la cosa migliore da fare, a parte correre. D’altra parte ognuno di noi ha le sue fisse. La Merkel e Sarkozy a proposito di fisse, si sentono insostituibili come uomini di potere. Ma non tutti la pensano come loro, e anche per questo stamattina gli occhi di Sarkozy erano di certo rossi e feroci come quelli della Clinton lo scorso 9 dicembre o di un topo preso per la coda e sbattuto ripetutamente per terra da un fox terrier. A volte insistere negli errori è controproducente. Il paese di Solferino infatti, memore dell’episodio della battagliona della seconda guerra d’indipendenza,  che determino’ l’unità d’Italia, ieri ha dato uno schiaffo all’intesa di unita’ con Castiglione delle Stiviere. Ah no!! Armati fino ai denti avranno sentito che l’errore dell’unita’ e della globalizzazione lo stavano ancora pagando ed ora era giunto il tempo delle battaglie di retroguardia, come sempre inutili.
Ma la storia degli uomini che vogliono unire o dividere è una storia stupida. Sembra la storia di Zanzara che chiese ad Orecchia di sposarlo, ma quest’ultima cadde a terra in preda ad un riso irrefrenabile. “quanto pensi di poter vivere ancora?” chiese Orecchia a Zanzara…”sei già uno scheletro”. Così Zanzara se ne andò umiliato, e ogni volta che passava vicino a Orecchia le diceva che era ancora vivo. Ecco che per noi, che di orecchie da asini ne abbiamo, le zanzare sono i tornitori inutili della politica.
Comunque stamattina ho scritto e spedito la prima lettera al vecchio Enzo. Nonostante le mie ingenuità, lui aveva intravisto in me l’orecchia  di una “ragazza” che dimostrava di possesere un dono mandato dal cielo, l’insostenibile leggerezza dell’essere!
Ciao Amici!

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